Edifici misteriosi di un mondo perduto

Divagazioni – Alcune costruzioni del tempo andato sono la testimonianza di un’edilizia fuori dall’ordinario. Questi edifici non sono sopravvissuti, è rimasta solo qualche foto. Osserviamo questo palazzo che si trovava a Stoccolma. A cosa potevano servire quelle torri laterali, staccate dal corpo principale? Erano semplici ornamenti fantasiosi o qualcosa di più? Chi si arrampicava fin lassù e perché? Se all’interno c’erano delle scale a chiocciola, erano davvero da capogiro, vertiginose. Quindi, in assenza di altre spiegazioni, credo che quelli fossero i vani degli ascensori. La cosa non deve meravigliare. Abbiamo tunnel con metrò orizzontali, potevano benissimo esserci dei carrelli elevatori. Vista la tecnologia di cui disponevano, sarebbero un requisito minimo per quei palazzi. Vediamo qualche altro edificio. Atlantic City, una giornata al mare negli anni Venti. In lontananza un edificio del mondo precedente ancora in piedi. Una grande cupola che ci riporta a centinaia di altre cupole simili in tutto il mondo e due più piccole, forse campane per intercettare l’energia elettrica. Poi due torri staccate dall’edificio. Come si arrivava in cima a quelle torri? Questa invece è la basilica di Elisabetta e Michele e si trovava a Breslavia, in Polonia. La torre termina con una parte di colore diverso, di cui non à facile capire la funzione. Una semplice copertura di metallo, un contenitore? Cosa nascondeva? Sembra abbastanza inquietante. Poi abbiamo la Torre del Progresso a Parigi. Un disegno, una stampa? Colonne fino ai piani alti. Ma come arrivare in cima. Non credo a piedi. A Lubecca c’era una costruzione con decine di aperture ad arco. Erano finestre? Ma sono una attaccata all’altra. Tante colonne anche qui, è chiaro che prediligevano le colonne. Sembra come se centinaia di persone frequentassero l’edificio, ma come salivano o scendevano? O si scontravano tutti nelle scale e nei corridoi? Parigi, chiesa di Saint Etienne du Mont. Un corpo in muratura sale lungo la chiesa. Sembra così stretto che una persona poteva entrarci a fatica. E questo altro edificio completa il quadro. Gli ultimi piani sembrano più abitati dei primi. Una bella prova di abilità tecnica, ma come ci arrivavano lassù? Quello degli ascensori è un discorso interessante. Le nazioni spesso affidano la prova del loro grado di progresso alla capacità di costruire edifici molto alti, e questo fin dalla Torre di Babele. Anche Mussolini provò a superare gli Stati Uniti con un grattacielo, che però non fu costruito. Era il Littoria, e avrebbe dovuto superare il Woolworth, che durante il Ventennio deteneva un primato in America, di 124 metri. In totale sarebbe stato alto 335 metri. Era stato ideato per ospitare tutte le società sportive e fornire spazi per gli allenamenti dei campioni. 4.500 le camere previste, il doppio dell’hotel Pennsylvania. 100 sale per convegni, teatro, piscina, sala concerti, biblioteche, naturalmente, decine di ascensori. Ma torniamo ai palazzi antichi. Pare che già Archimede avesse avuto l’idea di un ascensore, ma un vero ascensore fu installato nella reggia di Versailles alla fine del 1700, e poi fu proposto anche nella Reggia di Caserta e a San Pietroburgo. Immagino che ce ne fossero altri nei palazzi reali di Madrid e Vienna. E questo quindi già più di duecento anni fa. Ora, supponendo che questi palazzi fossero appartenuti a una civiltà e un periodo precedente, avremmo ascensori funzionanti già 300 o 400 anni fa. Si tratterebbe, nel caso, di tecnologia intercettata e dopo riproposta al momento opportuno.

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